Quando avviene la calcificazione della prostata? Cosa significa?
Per parlare di calcificazione prostata devi tener ben presente quanto questa zona del nostro corpo fosse delicata. Precedentemente abbiamo parlato di dove si trovi la prostata e quali fossero le sue funzioni con annesse differenze tra prostata maschile e prostata femminile (Ghiandole di Skene). Un piccolo ripasso non fa male e quindi per arrivare alla calcificazione prostatica, ricordiamo prima bene dove essa è posizionata.
La prostata, nell’uomo, è posta tra la vescica e il pene, inglobando in se (ha le dimensioni di una castagna) parte dell’uretra. Nel genere femminile invece, è posizionata in prossimità del meato dell’uretra, pur non svolgendo funzioni urinarie. Le Ghiandole di Skene in una donna possono essere fino a 14 per lato con annessi dotti, oppure non essere assolutamente presenti.
In entrambi i casi si può incorrere in infiammazioni di diverso genere. Alcune, negli uomini, più gravi che nel genere femminile. Infatti anche quando parliamo di tumore alla prostata il riferimento maggiore va all’apparato prostatico maschile, visto che è una ‘vera e propria prostata’. Quelle femminili sono ghiandole che svolgono sì un ruolo importante in ambito di rapporti sessuali, ma non sono connesse all’uretra. Questo comporta minori infezioni in quella zona del corpo per la donna.
Calcificazione prostata: cos’è?
Adesso sei pronto per informarti sulla calcificazione prostata. A dispetto di quello che si può credere questo tipo di problematica è abbastanza comune negli uomini. Studi affermano che un uomo su tre può incontrare nella propria vita infiammazioni prostatiche. Le calcificazioni sono anche dette prostatoliti, e non sono altro che la conseguenza di una guarigione più o meno silente di una infiammazione prostatica.
Ma quali sono le infiammazioni prostatiche? Sono diverse e abbastanza tipiche. Consistono in dolori che vanno dall’area pelvica a quella scrotale, eiaculazione dolorosa, disturbi urinari, dolore alla bassa schiena o defecazione dolorosa.
Ma persone diverse accusano sintomi diversi. In ogni caso queste infiammazioni meritano una particolare attenzione con adeguati controlli. Nella maggior parte dei casi vengono tenute a bada con una cura antibiotica, ma spesso quando si tratta di origine non infettiva i risultati possono essere alterni, visto che parliamo di costituzione genetica.
Le calcificazioni alla prostata sono appunto la conseguenza di questi precedenti episodi patologici. Esse si presentono come delle formazioni stabili, confutabili dalla vista ecografica. Sono da curare prontamente per evitare ulteriori aggravazioni della ghiandola. Al di là della patologia è sempre consigliato avere una corretta e regolare igiene intima.
Attualmente tre sono i fattori che principalmente portano ad una calcificazione della prostata:
- Il riverso di urina infetta all’interno della stessa prostata;
- La cattiva e sbagliata abitudine di trattenere urina;
- Il coito interrotto, ovvero l’interruzione volontaria dell’orgasmo che in assenza di urine infette può provocare prostatiti con forte dolore pelvico
Le calcificazioni possono essere la causa di sanguinamento durante l’eiaculazione, o della riduzione della stessa.
I sintomi della calcificazione prostatica
È veramente raro che le calcificazioni e le stesse infiammazioni possano essere asintomatiche, quindi non credere che potresti scoprire per caso di avere dei problemi alla prostata. Esse ti avvisano sempre facendosi ‘notare’. Come scritto in precedenza i sintomi possono essere diversi, ma andiamo ad approfondire.
Quali sono? Tra i più frequenti troviamo:
- Bruciore urinario o stranguria, un disturbo della minzione. Il bruciore provoca una fuoriuscita di urina lenta, difficoltosa e dolorosa;
- Dolenzia a carico di uno o entrambi i testicoli;
- Dolore che copre la zona dell’uretra o dal pene al glande, uno dei più accusati dai pazienti ai quali viene diagnosticata prostatite;
- Frequente necessità di urinare (pollachiuria) di giorno e di notte (nicturia);
- Dolore crampiforme o cupo al basso ventre. Un crampo nella zona subito sottostante la pancia;
- Disconfort nella regione inguinale/sovrapubica e regione anale profonda e sacro lombare;
- Emospermia, la presenza di sangue nello sperma;
- Dolore al momento dell’eiaculazione, spesso dovuto dal coito interrotto
Inoltre possono esserci cause non visibili e tutte relative al rapporto sessuale.
La disfunzione erettile, ovvero la difficoltà ad ottenere o mantenere un’erezione. Eiaculazione precoce, con possibilità di risolverla tramite la terapia per l’infiammazione stessa. L’ultima è l’infertilità.
Come abbiamo notato la maggior parte delle infiammazioni che una volta curate possono provocare la calcificazione della prostata sono di rimando al rapporto sessuale. Per questo una visita da andrologo o urologo periodica può essere la soluzione per tenere sotto controllo la prostata, prevenendo problemi di questo tipo.
Calcificazione prostata: cure e rimedi
Una cosa è certa: le calcificazioni alla prostata vanno eliminate. Non c’è da discutere, ma approfondiamo. Anche se un medico potrebbe dare lo sconsiderato parere di “lasciar perdere perché una cosa comune e normalissima”, l’allerta non deve svanire. Trascurare le calcificazioni potrebbe portare all’aggravamento delle stesse con il passare del tempo.
Le calcificazioni prostatiche, principalmente dovute ad un rallentamento del flusso sanguigno con un conseguente sversamento dei sali di calcio sul tessuto infiammato, non hanno una cura ufficiale. La medicina non ha ancora trovato una cura per rimuoverle. Ma la verità è che più passa il tempo e più il dolore si intensifica. Non essendoci come chiarito una cura medica non esiste neanche un farmaco in grado di eliminare o sciogliere le calcificazioni.
Come puoi fare? Il primo consiglio di ogni medico è quello di modificare le proprie abitudini alimentari. Questo perché da attendibili dati statistici la maggior parte dei soggetti colpiti da prostatoliti hanno sviluppato una dieta non adatta e scorretta per rimediare al pericolo latente. Il consumo di cibi ricchi di zucchero, cereali, latticini e legumi. Per zuccheri, ovviamente, s’intende anche bevande zuccherate che densificano il sangue che provoca irritazione ai vasi vescicali.
Il consiglio è quello di sostituire cibi acidificanti con quelli alcalinizzanti, che favoriscono un buon flusso di sangue ed una facile espulsione dell’urina. Uno dei rimedi naturali più efficaci, udite udite, è prendere il sole. L’esposizione ai raggi solari, in aggiunta ad integratori di Vitamina D3 (la forma attiva della vitamina D), potrebbe essere un’ottima soluzione. Questa non è in alcun modo una cura ufficiale, ma un rimedio naturale alle calcificazioni della prostata. Esporti al sole infatti, con l’integrazione di cloruro di magnesio, è l’unico modo per eliminare i residui di calcio dalla tua prostata.
Non puoi esporti al sole per tutto l’anno, ma puoi seguire la cura di integratori che allevia il dolore e a lungo andare aiuta il tuo organismo. Ma non sottovalutare l’alimentazione!
Quando avviene la calcificazione? Come prevenire?
Abbiamo capito quando avviene la calcificazione comprendendo che è una conseguenza di infiammazioni prostatiche precedenti. Esse, dovute a cattive abitudini alimentari e di copulazione, provocano vari fastidi e dolori che portano a successiva calcificazione.
Ma come possiamo prevenire tutto questo? Per tenere sotto controllo la prostata è bene sottoporsi almeno a visita urologica almeno una volta in ogni fase della vita: pubertà, età adulta e terza età. Seguire una dieta sana che non comprenda in modo eccessivo spezie, grassi, e sale, cercando di mangiare più verdure e cibi antiossidanti e vitamine. Inoltre ricorda che l’assunzione di almeno due litri d’acqua al giorno è fondamentale. Condurre attività sessuale regolare e protetta.
Quando hai qualcuno dei disturbi di cui sopra il consiglio più valido è sempre quello di rivolgerti al tuo medico di fiducia che ti indirizzerà ad uno specialista.